Nell’Archivio Storico IC2 sono presenti vari documenti che raccontano come già
prima della promulgazione delle Leggi Razziali (17 novembre 1938) anche la scuola
italiana sia coinvolta nella persecuzione degli ebrei.
Nel mese di febbraio 1938 il Ministero dell’Educazione Nazionale emana una
circolare per disciplinare le adozioni dei libri di testo nelle scuole dell’istruzione
media, delle scuole cioè post elementari, visto che in queste ultime il libro di testo è
unico; questa circolare invita a non adottare libri di autori ebraici. In Italia nel 1938,
ma a dir la verità da molto prima, vanno radicandosi ideologie razziste che
affermano l’esistenza di razze inferiori, come quella ebrea, che corrompono i
principi sostenuti dal governo a difesa della razza italiana. A luglio esce il “Manifesto
della razza” e a partire da agosto vengono emanate molte comunicazioni che
sfoceranno poi nelle Leggi Razziali. Tra esse viene ripreso il discorso sui testi
scolastici.

Il 16 agosto il Ministro chiede ai “Capi d’Istituto” di “procedere alla
immediata revisione dei libri di testo approvati nello scorso mese di maggio” e alla
conseguente sostituzione di quelli di un autore o coautore ebreo.
Il 30 settembre il Ministro Bottai invia alle scuole un elenco di autori accertati come
ebrei.
Nel 1939, dopo un anno dalle Leggi Razziali, continuano le precisazioni sull’uso degli
strumenti didattici: le carte geografiche di autori ebrei debbono essere eliminate.
Continuano comunque a crearsi problemi e dubbi: il 31 agosto 1939 la scuola Regina
Elena riceve una curiosa precisazione.
Alcune case editrici sono ancora in difficoltà e si arrangiano come possono, forse
nell’impossibilità di ristampare i testi scolastici.